Il Bait
Il bivacco (anche denominato bait) è l'accampamento notturno all'aperto. Nelle Alpi con il termine "bait" ci si riferisce anche a una struttura incustodita a uso degli alpinisti per rifugio e pernottamento.
Un altro significato in uso della parola "bait", almeno nella parte italiana delle Alpi, identifica una struttura in legno, metallo o cemento, di piccole dimensioni (fino ad una decina di posti letto) ed incustodita, posta in luoghi particolarmente isolati per offrire un ricovero di fortuna.
IL SOGNO...
…di ogni pescatore a mosca è quello di poter lanciare la propria imitazione in un fiume o torrente, "wery wild", dove poter pescare pesci selvatici e dove la pressione di pesca sia limitata a pochi pescatori che per soddisfare la loro passione accettano di fare levatacce e tanta fatica per raggiungere il torrente.
Il torrente Avisio, nella maggior parte del suo percorso, richiede questo. Raggiungere le sue sponde è impegnativo: il torrente si trova in fondo alla valle e i sentieri per raggiungerlo non sono né semplici da percorrere ma anche da individuare. La distanza dalla strada al fiume è di circa 1 km, pertanto la discesa non è affatto impegnativa anche perché si è freschi e riposati. Ma tutti noi pescatori a mosca, sappiamo benissimo che i momenti migliori sono la sera, il famoso “cup de soir “, il momento magico della pam, il limitato periodo che precede la notte, e le trote, anche quelle di taglia che magari durante il giorno hanno latitato, entrano in frenetica attività. Ma dopo aver fatto notte, risalire il sentiero non è per tutti, anzi, diciamo pure che è per pochi.
Il nostro storico presidente Adriano Gardumi, grazie ai rapporti con i soci della Val di Cembra (Franco Lazzeri, Andrea Girardi e Mirco Simeoni, per citarne qualcuno) venne a conoscenza che la “Rete delle Riserve Val di Cembra Avisio” stava progettando di finanziare la costruzione di un bait, a due passi dal fiume Avisio, proprio in una delle zone più belle e selvagge della valle, bait che nasceva per dare rifugio agli abitanti della valle che passavano in quel tratto. ll comune di Capriana individuò l’aera più opportuna e la mise a disposizione per la sua realizzazione.
Avere la possibilità di utilizzare quel bait , per permettere ai soci di potersi fermare a pescare e pernottarci pure sarebbe stato un SOGNO.
Dopo lunghe e complesse trattative, il Comune costruì il bait con il finanziamento della Rete delle Riserve e lo concesse in gestione al nostro Club, con il compito di arredarlo e renderlo fruibile.
Trasportare tutto il materiale necessario per realizzare l’arredamento interno in un posto irraggiungibile con alcun mezzo motorizzato, su un sentiero impervio, non fu cosa semplice. Ci si avvalse di una slitta storica, che aveva visto passare tutte due le guerre mondiali. Su quella slitta, che una carovana di volontari doveva rallentare frenandone la discesa con una sorta di “tiro alla fune”, vennero portati a valle quintali di mobili, masserizie, assi di legno, cemento, piastre di porfido, suppellettili, una stufa e mille altre cose, con un guidatore a dir poco spericolato, ma esperto nel pilotare quella slitta su un sentiero che chiamarlo tale è un eufemismo: il mitico Franco Lazzeri.
E questo fu solo l’inizio: poi con un grande lavoro svolto per tante giornate sempre e solo dai soliti soci volontari, il SOGNO venne realizzato, con tanta di inaugurazione in pompa magna, con autorità locali e con tantissima gente del posto, che veniva a vedere e conoscere l'ormai famoso bait.
Ora, il Trentino Fly Club, lo ha in gestione ancora per pochi anni, poi si vedrà cosa intenderà fare il Comune di Capriana, ma il Bait è funzionante e ospitale, con la luce fornita dai pannelli fotovoltaici montati dall’immancabile Gianni Broll, dotata di un bagno esterno, una stufa a legna ed una a gas. È attrezzata con tavoli interni ed esterni e con due letti a castello che possono ospitare massimo 4 persone per dormire.
Ed è a disposizione dei pescatori grazie al costante lavoro dei volontari del nostro Club.
COME ARRIVARCI ?
Raggiungere il bait non è facilissimo, è opportuno prendere contatto con i responsabili della struttura (qui) per avere istruzioni dettagliate sul percorso da effettuare.
Ecco comunque le indicazioni di massima: risalire la Valle di Cembra, dall'abitato di Lavis fino ai due possibili parcheggi e imboccare il sentiero segnalato